.. Fiorenza si unisce a loro, precipitano nelle braccia l'uno dell'altro, circondano la culla del bambino ignaro, ma piangente; tremebondi si stringono, per morire insieme.
La Teresa sola si era rincantucciata in un angolo, fra l'apertura che dal portico metteva al cortile e all'uscio d'una grande cantina, impassibile, in mezzo alle rovine, ella stava certo volontariamente lontana dai suoi, stretti insieme nel momento del pericolo: ah! fra le mani di quei diletti congiunti, una ne avrebbe incontrata da cui l'antipatia, aggravata dalla colpa, la disgiungevano. Tanto è vero che alla creatura maledetta, a cui non è possibile il puro bene dei legami domestici, è tolta perfino l'acre dolcezza di spasimare coi proprii cari, nei momenti di supremo affanno: trista condizione che in ogni congiuntura fa bevere a tripla dose l'assenzio, e in ogni fiero caso ne raddoppia, con segrete torture, l'angoscia!
– Qui si muore tutti! – questa è la volta che si crepa allegramente tutti, – esclamò il vecchio Rensini, con una rabbia appena simulata... – che per quattro barbette di caprone s'abbia da morire con questo bel sugo... la mi par dura... – mormorò facendo uno sberleffo.
– Perché siete una fitta di poltroni cova cenere, – disse con isdegno la Teresa; – fate delle sortite, movetevi tutti in massa, – esclamò ella alzando le braccia, mentre quietamente le passava accosto la signora Celeste, con una paniera in cui, si vede, aveva riposti oggetti che le premeva di mettere al sicuro...
– La moglie di Rensini o non ha ella avuta una bomba in camera da ricevere?
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