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      .. un'altra volta, anzi súbito, bisogna ricominciare con altro sistema: a ogni ricco, fuori soldi: la forca in piazza, e tirare il collo al primo che si rifiutasse di cedere alla repubblica democratica e sola padrona.
      – E mandare alla forca ognuno che non avesse le mani nette, – rispose con tranquilla ironia Guido, sedendo vicino ad un impiegato carico di famiglia, guardia civica, occupatissima, in quel momento, a scucire la fascia rossa e le insegne del suo grado; a lui, senza dubbio, impartite dal sartore.
      La guardia civica la quale, ad imitazione dei generali francesi, che alla caduta di Napoleone avevano un gran da fare à dégaloner leurs manteaux, come dice, s'io non erro, il poeta Béranger; quel milite cittadino, dunque, cosí prudente, e che cosí a tempo prendeva le sue precauzioni, graffiando via colla lama del temperino i punti rossi, rimasti sulle cuciture, guardò Daniele come si farebbe ad un oggetto di curiosità.
      – Dunque tornano? tornano proprio questi Tedeschi? – domandò con ansia Fiorenza a Guido.
      – Per ora e' son fuori, – disse Guido, – su quel che avverrà poi... e ancora che avvenisse?... trabalzi, dubbi, altalene e n'hanno pur da essere.
      – Oh! Dio! – esclamò Fiorenza, all'ingenua mente della quale codesto era il primo dubbio... – è proprio vero?
      La guardia civica interruppe quel tal lavoro, e saltò su:
      – Eh!... che me ne preme a me?... che tornino o non tornino? che ci ho a che far io con essi? – e diventando rosso come la cresta d'un gallo, se ne andò in gran furia.
      Allora con un riso sinistro si fece avanti Daniele e vociferò:


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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