.. – irruppero tutti.
– Magari ci foss'io in mezzo a quelle fiamme! – disse Teresa, al bel profilo statuario della quale il lontano bagliore, il riflesso vacillante di quegli incendi pareva dare qualche cosa di sublime nella disperazione e nell'odio.
Tutti rimasero in silenzio, oppressi, impotenti a parlare, nonché a pensare. Intanto dalle strade circostanti di momento in momento qualche grido veniva a distrarli; ascoltavano indecisi e perplessi. Quasi sempre il grido suonava: – Fuori i lumi, fuori le bandiere; – lo accompagnavano chiarore di torcie, scalpito di cavalli, balenio d'armi, ondeggiare strano di mille uniformi, di pennacchi e di vessilli. Poi tutto ripiombava nel silenzio e nell'ombra, e soli tornavano a mostrarsi faci di sinistro augurio, gl'incendi della sottoposta campagna.
CAPITOLO XVUNA TENEBROSA OPERAZIONE
Quella sera, sul tardi, Alessandro, che inquieto andava al balcone, e tacito interrogava la strada, attendendo certo qualche d'uno, ricevette un rozzissimo involto, che volea parere un biglietto, scritto con caratteri di zampa di gallina. Alla grazia del messaggio, Fiorenza, guardando attenta colla coda dell'occhio, indovinò lo scrittore.
– Egli è Daniele, – disse Alessandro con indifferenza, ma nascondendo con prontezza quella carta.
– Lo vedo! non può essere che un bifolco suo pari per iscrivere a quel modo.
E Alessandro per celia:
– Aristocratica!...
Salvatore intervenne.
– Oh! in quanto a questo poi... buono come il pane, ma villano la sua parte... e' me n'ha fatta una!
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