– Per fortuna il morto è seppellito... da vivo – esclamò, – io gli do la mia benedizione, e la maniera di servirsene. Dio ci faccia tornar presto questi dolci strumenti in mano.
I due operai notturni, compiuto il segreto lavoro, partirono.
Nessuno, in famiglia, s'accorse qual pericoloso germe fosse stato deposto quella notte fra le mura domestiche.
CAPITOLO XVILA GUERRA IN CASA
Nel giorno appresso, giorno, s'è possibile, più doloroso di quello precedente, gravi discussioni, dolori, attriti scoperti o sottintesi, parole amare, riferite sotto voce, proposizioni irose, minaccie... e tutto in casa. La politica dal campo di battaglia, dalle mura cittadine, dalle barricate veniva ora a cacciarsi nelle intime stanze, vi portava guasti altrettanto orribili quanto gli esterni: alle membra lacere, alle mura sfaldate corrispondevano, superandole, oh quanto, nella miseria e nel lutto, la separazione degli animi, i dolori delle famiglie, le dissidenze che cambiano in tossico il pane quotidiano e in fremito di rabbia il piú caldo sorriso degli affetti di natura.
– Dunque, papà, – domandò timida Fiorenza al suocero la mattina di questo giorno doloroso, – Dunque?
– Dunque? – rispose il vecchio dottore, senza punto scomporsi.
– Dice Alessandro... cosa tu pensi.
Qui il suocero di Fiorenza, per tutta risposta, tirò fuori dalla saccoccia del soprabito la tabacchiera, e, tenendola stretta fra l'indice e il pollice, cominciò a percoterla pian piano, con un certo metodo, preparandosi senza dubbio ad aprirla.
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Fiorenza Alessandro Fiorenza Dio
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