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      ... – esclamò Rocco.
      – E perché, – soggiunse la Clelia, – ha sconciato il busto dell'Imperatore... dice che ha violato il domicilio, e il signor Francesco gli dà ragione, e predica che ora nessuno è padrone a casa sua...
      – Avesse rotto le corna a chi dico io! – esclamò Rocco.
      In quella sopraggiunse la Marietta, madre di Salvatore; vi potete immaginare quando si videro suocera e nuora... in futuris ed ora un futuris contingentibus: ma tali si credevano e volevano credersi, si gettarono le braccia al collo, e là piangi, se sai piangere... il dolore era pari in ambedue.
      – Oh! – cominciò allora Fiorenza, – non ci creder mica, sai: il papà è troppo buono da persistere.
      – Una volta finite le cose in bene, si accomoda tutto. Pel naso dell'Imperatore poi ci rimedio io, – esclamò Rocco, – ce lo metto di pasta frolla...
      – Tutti piangono per questi benedetti Tedeschi, – mormorò con quel suo fare mite, la madre di Salvatore. – C'è uno vicino a dove ci sto io, che vuol tener le cortine calate, e anche le imposte chiuse, fin che restano...
      – I nostri buoni padroni...
      – Già... ma sua figlia piange perché ha un giovane a cui gli vuol bene, ancora in segreto, e non lo vede passar piú sotto le finestre.
      – Magari fosse il mio di quel pensare... – mormorò la Clelia fra i singhiozzi, – già è inutile, Fiorenza, se tu vai via, io non resto.
      – E s'ha a lasciare un vecchio solo?
      – E cosa vuoi ch'io faccia sola con lui?... perché la Teresa... m'intendi... chi sa mai quali inferni vanno a nascere.
      – È la terza volta che tiro fuori quest'abito, – rispose Fiorenza sempre indecisa; – oh Dio!


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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