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      .. e perché il tempo mi paja meno lungo, ma tu mi aspetti, non è vero?
      – Io? – interruppe la Clelia, – c'è dubbio?... non ho mai voluto bene a nessuno io... basta che tu...
      – Sicuro... avrò altro pel capo che frascherie io... poi o son un galantuomo o no... non li conosco io gli spergiuri, i tradimenti.
      – Oh! se m'avessi da rimaner fedele per forza!
      – Per forza?... io... cosa intendi di dire? sei tu allora che...
      – Oh! bravi, bisticciatevi adesso!... perché il padrone vi senta, cosí ben disposto ch'egli è!... – disse la Lucia.
      – Il mio cuore lo conosci, – riprese Salvatore, – ch'io per me fo conto che la volontà de' padri tiranni non ce ne possa... e ti tengo per mia sposa, – e qui alzando una mano al cielo, e poi stringendo quella di Clelia, ch'ella gli porse attraverso le spranghe dell'inferriata, con estrema vivezza, non senza commozione, proferí queste parole: – Giuro per Iddio e per l'Italia d'amarti, e di consacrarti la mia vita, appena abbia deposto il ferro, e la nostra patria sia libera.
      Non vi descrivo i pianti della Clelia: solo vi dirò che la Lucia dovette depor l'imbuto, la boccia che teneva in mano per asciugarsi gli occhi: non aveva versate tante lagrime se non alla rappresentazione di Ginevra di Scozia.
      – Ti scriverò, manderò le lettere alla mamma, perché te le faccia avere.
      – E credi che consenta?...
      – Altro che consentire!... vorrei vedere anche questa... avrebbe da abbandonarci anco la mamma oh! la è fuori di sé per questa barbarie.
      – Perché, vedi, se il papà persiste.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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