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– Oh!... Signor benedetto, – irruppe Lucia, – Nina, Salvatore, via salutatevi... via datevi un bacio, – esclamò quindi, levando una mano come per esprimere: – a patto che la sia finita, permetto questo tanto!
– Ah, va là che lo aspetto da te il permesso per dare un bacio alla mia sposa, – saltò su con amabile baldanza il giovine. – Chi sa se ci vediamo mai più!...
– Oh! Dio, – fece la giovine atterrita.
– S'ha a sperar bene, – disse la donna.
– Volli dire che prima di partir per la guerra è permesso di abbracciare la propria sposa, ancora che sia solo promessa.
– Ma presto! – intimò Lucia, che non vedeva più nemmeno in questa magnanima concessione un mezzo da terminar subito il colloquio.
– Ma non so nemmeno se sia possibile, – mormorò la Clelia confusa e rossa come una peonia fiammante, – ci sono le spranghe, – aggiunse sorridendo, – poi con moto grazioso avanzò la testa, allontanando le edere cadenti, e dié la fronte a Salvatore, che vi impresse un fortissimo bacio.
– Oh! adesso poi la venga giú... Nina... Clelia... me ne vado e la chiudo in cantina, – disse la serva forte de' suoi diritti, e stupita di non aver pensato prima ad un cosí stringente argomento.
La fanciulla discese. Salvatore saltò giú con grandi addii e baciamani, e raccomandazioni: si intese i clic tic della spada, il suono delle sue pedate: poi tutto fu silenzio, e le donne, piú tranquille che poterono, ascesero all'appartamento superiore.
CAPITOLO XVIIILE ULTIME SCENE DEL PRIMO ATTO
Scòrse appena due ore, la piú parte dei militi d'ogni arma, e dei volontarii, si raccolsero in un dato sito della città, e si allestirono per la partenza, improvvisamente, per urgenti motivi, avanzata dal momento prefisso.
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