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      Cosí, per trovarsi il meno possibile col popolo, discenderanno, come dee, dalla predella d'un cocchio magnifico a Notre Dame o a S. Rocco invece che al Duomo. Ecco il martirio! I signori s'ingolferanno nelle voluttà di Parigi invece che in quelle di Milano, guadagnandoci moltissimo... Ecco la gran disgrazia! intanto i contadini che sudino ad arare le terre lombarde, e il frutto raccolto lo mandino a Parigi, e dissanguino il nostro povero paese a pro della Babilonia...
      – Oh! sta pur tranquillo, – io l'interruppi, – ci capiterà caritatevolmente un sequestro.
      – In questo caso la carità verrà giusto dai Tedeschi, – riprese, – ma sempre tardiva... Io, – disse abbandonandosi ad un odio quale non l'ho mai visto, e la cui piena gli sfuggiva, quasi suo malgrado, – io odio quella gente!... quei privilegi, – e qui stese una mano nella direzione per dove era partito il convoglio dei nobiloni Lombardi, – odio questi illustrissimi dalle spagnolate ridicole: come odio tutti gli aristocratici, e vorrei farli scomparire dal mondo, essi, i loro privilegi, il loro lusso – e qui ti fo grazia di quanto uscí dalla sua bocca... Egli gridò contro tutto ciò che crede immorale – musiche, pitture, teatri... – Anco le arti? – esclamai... – ed egli – anco le arti! – e vorrei far recidere il capo a tutte le statue, perché sono ordinazioni di re la piú parte, e attestano il pecorile servilismo di tanti secoli...
      – Mi pare che tu dimentichi, – io dissi, – la causa nazionale.
      – Che causa nazionale?... la è tutta una causa.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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