.. le lettere vengono aperte senza dubbio alla posta... siamo presi di mira... Don Leopoldo, il buon zio, ebbe una perquisizione, senza riguardo pel suo abito; fecero man bassa... l'avviso ti serva di norma. Tornando al discorso di prima, sappi che un giorno ci trovammo per la strada maggiore della nostra città quando, da un momento all'altro, cominciò un sussurro, uno sgomento, un fuggi fuggi, chiudi le botteghe, chiudi i balconi, una cosa inesplicabile, un pericolo oscuro, ma che per ciò appunto incuteva maggior paura... Di fatto, scorsi appena pochi secondi si vide una banda di Croati col fucile in resta, correre quali diavoli scatenati gridando urrà, urrà. Corsero, in breve non si videro piú e scomparvero, tornando quietamente alle loro caserme. Puoi figurarti che paura io m'ebbi, niente per altro che per essermi trovata fuori con Ugo... ma grazie a Dio non è succeduto altro. Il papà volle ch'io mi facessi cacciare un po' di sangue, tanto perché il rimescolo che mi portò non mi fosse causa di qualche disturbo. Ora io sto benissimo. La ragione poi di quella improvvisa corsa di demoni, io non te la saprei dire: nessuno lo sa... forse festeggiavano una vittoria, forse un onomastico; ché la disciplina austriaca è conosciuta per incensurabile, ognuno rimase sbalordito da quei selvaggi evviva in nome di un'allegrezza ignota, e che certo alludeva ad un nostro dolore, e t'accerto che a tormi dagli occhi l'aspetto di quella scena, quei visi neri e camusi, eccitati cosí stranamente all'entusiasmo, mi ci vollero parecchi giorni.
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Leopoldo Croati Ugo Dio
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