.. perfino la coscienza...
Mai transigere, mia diletta, mai il vile oblío del vecchio, sopravvissuto alla sua opulenza, ignobilmente sprecata, il quale s'appaga dei rilievi del pranzo, e porta livrea là dove sedeva, e comandava da padrone.
Vedi se con mio padre possiamo trovarci... egli che, al caso, gl'incensa e li serve. Dirai che li ha sempre serviti: e prima d'ora si poteva tollerare, ma adesso! deh, ti ispira ai miei sentimenti, per amor del cielo!... Fiorenza ch'io mi riposi... ch'io benedica una volta, ch'io non sia sempre costretto all'ironia, al disprezzo, all'odio... all'imprecazione!!!... verso tutti... perché quand'è verso il padre, gli è verso tutti!...
E della povera Teresa, nessuna nuova?... Perché non me la nominate mai?... È un partito preso? Guido, perché non mi riscrive? E di Salvatore, che ne è avvenuto? Ti bacia mille volte il tuo Alessandro.
Di Fiorenza ad Alessandro.
Non ti potei rispondere subito perché si dovette correre in campagna, dove ci aveano messi de' militari e non pochi... un'orda di zingari che abbrucia porte e balconi quando non trova legne da far bollire la marmitta. A forza di suppliche, di brighe e di pagare, affinché ci lasciassero libero il casino, finalmente s'ottenne, e ci fu levato l'incomodo. Ma non ti dico in quale stato è rimasto... ciò che fecero i militari e i non militari, c'è da spiritarsi, mio Alessandro, e ci vorrà una bella spesa a riattarlo. Il papà dovette ritirare un capitale che aveva, ben sai, a mutuo, e, pur troppo, la cosa non si limiterà a questo, perché le requisizioni son gravissime.
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