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      .. Ah! ora capisco bene il valore di questa parola esule e perché il nostro popolo molte volte per esilio intenda vedovanza, solitudine desolata di madre o padre che perdettero i figli. Ora penetro il profondo pensiero dei cattolici, degli anacoreti e il valore d'ogni astinenza dai conforti umani. Nell'abbondanza delle gioje, nella pienezza della vita spensierata e gaja, in mezzo a parenti ed amici, si deridono le contentezze della casa e si trovano uggiose... ma qui ti voglio. Perloché bisogna perdonare, signori filosofi; un po' d'inasprimento, è la passione che non ebbe il suo corso naturale, che fu interrotta in sul piú bello da un maledetto vento del Nord. Comprendo bene!... chi pensa prima, chi riflette... certe cose non le fa, a certi impeti non s'abbandona; la passione invece non è di sua natura ragionatrice... essa non medita... e non calcola! Sicuro... cosa credi?... quel giorno in cui si trattò di cedere, io avrei dato fuoco alla città, alla casa... assassino e incendiario della patria e della famiglia, te lo giuro sull'anima del nostro Ugo, vi avrei fatto morir tutti, e sarei morto io con voi... bastava che trovassi pochi disperati, forsennati come me... Ma ora, che so, ora che il disinganno ha già mostrato il suo viso di spettro alla mia fantasia atterrita... ora credi tu che mi faccia piacere udir le notizie che mi mandi?... si ritira un capitale, si dovrà forse ritirarne un altro... si licenzierà il servitore, si dovrà sottomettersi ad altre privazioni... pazienza per me.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





Nord Ugo