Puoi credere se in mezzo alla patriottica Babele, leggendo gli orrori della stampa, il pover omo ispiriti, e pensi alla culla dove dorme il suo ultimo nato e alla mogliera e alla serva, e al muccino, con lagrime di tenerezza e di invidia.
Basta! Per render compiuto il quadro, io ti farò un paragone. Hai visto un pittore armonizzare un acquarello, una pittura qualunque un po' inquieta, e slegata nelle sue tinte? Ci dà, mettiamo, una velatura di carminio, di lacca o di che so io, e la scena diviene unita che pare un miracolo. La tinta che nella nostra società rende quest'effetto, è che eravamo pressoché tutti senza denari... tutti al verde! Lo stato delle saccoccie ci affratellava nella più santa armonia.
Quanto al discorrere, immàginati diverse lingue, orribili favelle; se tu conoscessi le camere di Torino, e i discorsi degli onorevoli, potresti farti un'idea della scapigliatura di questa adunanza extra parlamentare. Istessamente ti prego di dispensarmi dal riferirti quelle nojose discussioni, recriminazioni e polemiche della maledetta politica... Quando mi ricordo che tu stimi ci vogliano vent'anni a finirla, e m'immagino si tiri via a discorrere sempre di politica, mi sento una minaccia di colpo... e ancora lo considererei una fortuna piuttosto che udire per vent'anni un'antifona, la quale ci farebbe all'ultimo morire di marasmo, e finire come le mummie, che stanno fra le vetrine d'un museo.
In un cantone dell'aula si fa una frittata di re, duchi, granduchi, un arrosto di regine: in un altro si manda Pio IX più in là di Gaeta e si fanno papi Mazzini e Garibaldi.
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