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      .. e lo farà inabile al servizio militare per tutta la vita. Ecco le ragioni del silenzio. Ma questo sarebbe il minor male. C'è di più. C'è che è cambiato. Non ha più quella fede, quella passione. Amare cose gli escono dalla bocca, vede tutto nero, la discordia d'Italia, l'andar contro i principii... e ho paura che una volta gli sia scappato dalla bocca come piuttosto d'una Babilonia, qual'è la presente, ha più caro... diciamo i Turchi.
      È inasprito dal dolore, fu insultato, toccato nelle affezioni domestiche... ma stan bene ad un italiano parole simili? Si vede ch'è di prima impressione, obbedisce all'impeto del momento, ed ha di buono in core quel che gli manca di criterio. Io l'ho rimproverato, gli dissi: – Un uomo che non sa comandarsi diventa come una di quelle parole scritte sull'alto d'una bandiera di nave. Il vento le agita, le scompone in guisa che non si sa leggere cosa significhi: la parola c'è... bellissima. Chi la rileva? – Ho paura che c'entri anco un po' di spirito di contraddizione; giusto perché gli altri vogliono ch'ei pensi cosí, ei vuol pensare diverso.
      Terza... e qui c'è il marcio. Io ho un sospetto, ma tanto orribile che non lo dico nemmeno a me stesso, e per non dirlo neanco a te, finisco... (che sí che c'è il suo Giuda?) Addio, mio carissimo! Te beato... non già perché sei in mezzo a costoro, ma perché puoi passeggiare in riva al mio fiume, di cui vedo in sogno tutte le notti i limpidi meandri, e sento l'armonioso sussurro, ben diverso da quello dei conciliaboli demagoghi.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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