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      .. ne son tormentata tutto il giorno da questa benedetta politica.
      – Va bene... ma noi ci siamo sviati dal discorso. Fiorenza, Guido è un figuro, e non lo soffrirò di piú in famiglia
      – Tu sei padrone, – diss'ella, – e puoi mostrar quanta ingratitudine ti pare.
      – Ingratitudine?... perché?... di'... piuttosto che era lui a mal disporre mio padre contro di me.
      – Contro di te?... lui?... – esclamò Fiorenza levando gli occhi al cielo.
      – Dammi retta!... Guido è un uomo pericoloso. Dici di Daniele... il povero orso almeno è schietto, lui... tutti lo schivano... voi altri gingilli d'una società frivola, che vuol dar foco senza scottarsi... ma Guido!... oh!... è ben altrimenti pericoloso, quell'eroe malinconico, quell'uomo dai misteri.
      – Quai misteri? – chiese la sposa d'Alessandro.
      – Io non li so: se li sapessi non sarebbero misteri.
      A cui Fiorenza:
      – Quello che ne seppi io è semplicissimo. Non ha famiglia, è un povero fanciullo di montagnoli. Il signore che l'ha raccolto, l'ha educato e adottato, nel dolore di non aver figli, trova in lui un vero conforto: basta dire che lo regge colle sue proprie braccia, quel povero vecchio accidentato.
      – Ma il vecchio accidentato, quando prese con sé il giovinetto in casa, aveva la moglie giovanissima.
      Fiorenza guardò Alessandro.
      Egli riprese:
      – Abbastanza forte per potergli inspirare un sentimento più che materno. Dicono che alcuni anni dopo l'adozione, la moglie del vecchio signore fu madre di una creatura, che morí fanciulletta.
      – Ma davvero non son misteri, dacché li sai.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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