Laonde, senza punto sgomentarsi, rispose:
– Non so da quando ti sia entrata questa misantropia. Pel passato, nella tua fretta d'amare e di credere, ne avevi piuttosto troppa confidenza, non esaminando abbastanza...
– È appunto per questo ch'io cambio d'avviso. – E qui, con un moto impertinente, Alessandro mise una gamba sopra l'altra, e prendendo la gazzetta in mano, cominciò a zuffolare un motivo d'opera buffa.
– Fai benissimo, – soggiunse Guido in tono apparentemente bonario, in realtà alto ed amaro.
– E sempre meglio farò... e sempre piú cauto andrò nella scelta, avanti di ammettere in mia casa, nel santuario delle pareti domestiche... – qui si fermava, credendo di fulminare colla solennità di tali parole colui che gli facevano credere nemico.
Guido guardò per terra.
– Appunto è ciò ch'io ti volevo dire, – rispose colla espressione d'una pacatezza tutta amichevole e direi quasi paterna.
– Ossia?
– Ossia che fra le pareti domestiche si nasconde la serpe, – concluse Guido raddrizzandosi con piglio altero e risoluto. Poi, salutata con garbo Fiorenza, si ritirò.
CAPITOLO VIIISCAMBIO DI LETTERE
Nella sera di quello stesso giorno Fiorenza mandò a Guido le seguenti brevi linee:
È impossibile ch'io non vi scriva una parola: mi costa perché è la prima volta che faccio una cosa, sebbene innocentissima, ad insaputa di mio marito. Ma è appunto per lui... per lui solo ch'io mi vi decido; è per pregarvi di non badare alla maniera crudele con cui v'ha trattato oggi. Ah, quanto ho sofferto!... lui.
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Alessandro Guido Guido Fiorenza Fiorenza Guido
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