., il mio Alessandro cosí buono, cosí generoso. È la prima volta in cui mi dispiacque; ma lo compatisco. Questa funestissima novità non viene dal suo cuore. C'è un uomo... io non voglio accusar nessuno... ma c'è un demonio, il quale lo insegue come il suo spirito maligno (mi dicono cieca verso quella persona) ed è causa delle sue storte interpretazioni e del cambiamento de' suoi sentimenti.
Perdonate, Guido, e fatemi sapere ciò che vi moveva quando veniste oggi. Io vi conosco troppo per non comprendere essere cosa di gran momento quella, che vi spinse... e d'un interesse immediato per tutti noi. Vi scongiuro, levatemi d'incertezza".
Risposta di Guido.
Eccomi, cara Fiorenza, a prontamente rispondervi: non per tanto sappiate che a scrivere cose vaghe, incerte, piccoli dati i quali potrebbero concludere a importanti scoperte, uno si trova un po' nell'impaccio. Forse i miei non sono che dubbi. Tuttavia fate di venire a casa di vostra madre, dove io le domanderò il permesso di dirvi qualche parola a quattr'occhi. Non di nascosto, ma in segreto. Spero che non vi aspettiate ch'io venga a casa di vostro marito. Io gli perdono il suo inganno; non ho ricevuta la minima ferita per la condotta d'Alessandro, è inasprito dal dolore, io nutro per lui la stessa amicizia, la stessa premura, ma, voi ben lo intendete, non posso espormi ad essere da un uomo, a cui non feci alcun male, ricevuto in modo che merita risposta di sangue. Se desidero parlarvi è per un alto scopo; Dio che vede la purezza dei nostri cuori, v'ispiri, e v'assolva dell'involontaria mancanza.
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Alessandro Guido Guido Fiorenza Alessandro Dio
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