.. Dio! Dio! presto sarà tutto finito. Oh! giorni di gioja, "di deliri, di speranze, d'inebbrianti affetti" li vedremo a partire, ci pasceremo di vendetta: staremo al varco a contemplar quelle lagrime, noi che ne versammo tante! E poi... quale giubilo... quando scalpiteranno i cavalli italiani sulle tombe dei nostri martiri!... io già sento il loro nitrito, vedo la nostra bandiera! che momento! Un nuovo pianeta, un nuovo sole deve essere creato da Dio, slanciato nell'etere eterno, in memoria d'un tanto gaudio, perché non bastano monumenti di marmo, né d'oro, non bastan poemi! A rivederci dunque nella risurrezione e nella gioia!...
CAPITOLO IXLA BATTAGLIA DI NOVARA
L'indomani, ossia la domenica, fu un giorno di tremendo lutto per l'Italia, non che pel paese dove si svolge la tela del nostro racconto: poiché vi giunsero nientemeno che le notizie del disastro di Novara.
Io non parlerò di cose notissime, né aggiungerò ai già molti, uno squarcio di politica. Solo dirò come Alessandro ritornasse a casa in quel dí, dopo giorni passati in febbrile agitazione, provata da tutti, che già volavano sull'ali della speranza, e ci ritornasse simile ad uno spettro. Subito s'andò a chiudere nella sua stanza, dove subito lo raggiunse Daniele, e rimase a confabulare con lui.
Daniele era giojoso, d'una gioja torva, tenuta in serbo per tali congiunture.
– Ecco il momento vero della risurrezione d'Italia, – diceva costui, – son cascate le bende, i monarchici-costituzionali, questi pulcinelli mascherati da eroi, si ritirano dalla scena.
| |
Dio Dio Italia Novara Alessandro Daniele Italia
|