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      .. un po' di becerume lurido, scalzo, e che, rischiarato da quelle fiaccole, dava al corteo l'aria d'una processione patibolare.
      Alessandro scappò a casa come un pazzo, e si chiuse di nuovo nella sua stanza.
     
      CAPITOLO XLE CONSEGUENZE DOMESTICHE D'UN LUTTO PUBBLICO
     
      Quando fu il giorno appresso, Alessandro era cosí fuori di sé, che voleva starsene tappato nella sua camera, e non farsi vedere, ma tanto Fiorenza s'adoprò, che lo persuase a moversi.
      – Sai che ci patisce a non vedersi tutti i suoi a tavola: è fresco del male, già a star immusonati neanche per questo le cose cambiano.
      Alessandro andò dunque a tavola, ma giunse a metà del desinare; contraffatto e torbido in viso, sedette alla mensa, senza aprir bocca.
      Era venuto di campagna don Leonardo, il quale, per tener desta la conversazione, non so cosa avrebbe trovato fuori. Ruminava tra sé: si stillava il cervello a scoprire argomenti non permalosi... lí stava il difficile! Pensò che a parlare di cose del suo ministero non offrirebbe appiglio a diverbi, dei quali c'era sí grande pericolo latente. Cominciò dunque a parlare del paesello, che teneva lui sotto cura: fin qua la cosa andava benone: notizie statistiche, agricole, generiche con cui non pareva si potesse offendere né Dio, né il prossimo, e nemmeno il principe. Ma toccando il tema dei bimbi e delle donne, ecco il buon uomo si pensa di narrare come, per un accidente funesto, sia miseria o poca cautela, erano morte nello spazio di alcune ore alcune puerpere.
      Alessandro, che allibiva a veder suo padre mangiar tranquillamente, dopo ciò ch'era nato a Novara, esclamò:


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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