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      ... noi pochi, e condotti da quattro vecchi aristocratici... Oh! ma cambieremo metodo... e tradimenti non se ne potranno piú fare...
      – Sicuro!... – disse ridendo pian pianino, a balzelli, scotendosi le briciole di pane dalle gale della camicia, il dottor Agostino: – diventa demagogo ora: non ti manca altro per aver la cresima d'imbecille... demagogo e poi frammassone.
      – Che Dio liberi! – mormorò don Leonardo, segnandosi; Fiorenza represse un sospiro. Clelia uscí dalla stanza, conducendo via il bimbo, e Alessandro non si contenne piú.
      – Imbecille davvero, che tornai per sentirmelo a dire da te! – esclamò levandosi, mentre Fiorenza giungeva le mani, in atto di ammonizione e preghiera. – Ma il vecchio tranquillo:
      – Dovevi restare, se non venivi per metter giudizio.
      – E l'Italia?... e questo dolore, che mi uccide?
      – L'Italia?... ma cosa c'è da fare?... ho sessant'anni sul dosso, e non me ne sono mai occupato, altro che per vivere da galantuomo, e badare a' fatti miei. E sí che son cresciuto bene: e mica in un sotterraneo, ma alla bella luce del sole, in mezzo agli affari, e ho raggranellato un po' di quattrini, e speravo di vedermi crescere attorno una famiglia da averne consolazione.
      Alessandro lo interruppe:
      – Va là!... una famiglia veramente italiana...
      – Sta a vedere che mi fan diventar tedesco?
      – Forse non è il loro intento?
      – Baje!... un popolo cambia natura perché apprende una lingua forestiera?... Di' piuttosto che ad aver figlioli come te, e pensarsi che si lascieranno mangiar tutto, per queste frottole.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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