– Ma non bisogna tardare... il sito preciso?... – domandò con garbo a Fiorenza, che subito lo descrisse al servo.
– Prendete con voi qualcheduno di casa, e andate... – impose la signora, senza mutar voce, nè attitudine.
– Ah! egli è morto!... è morto!... – replicò il curioso signore; e guatando intorno con un'espressione d'odio, di eccessiva e fiera passione, sparve dietro all'uomo col quale era venuto.
– Signora! – disse Fiorenza, movendosi per partire, – non vi raccomando: ora son tranquilla: spero che le vostre cure, quelle di suo... padre... io credo... – la signora fe' un moto che assentiva, – della sua famiglia insomma, – e congedandosi colla mano partiva.
– Vi ringrazio: addio, Fiorenza; – disse con nobiltà la signora, e con tuono modesto, ma cosí affabile, quasi accennasse ad un'antica intrinsichezza; poi si mosse ad accompagnarla.
Fiorenza ne la trattenne, e rapidamente fuggí.
CAPITOLO XIVSI TORNA AL MONDO
Non so se vi sia mai accaduta, cari lettori, un'avventura simile a quella di Fiorenza; di trovarsi lungi cioè non solo dalla propria famiglia, ma in mezzo a cose diverse dall'ordinario: di riceverne impressioni parimenti nuove, forti e a cui l'anima rispose con un abbandono, con una pienezza, come se non le fossero poi per intero estranee. Fiorenza, avviandosi tutta sottosopra per tornare a casa, si trovava imbrogliatissima sul contenersi dopo quell'incontro. Avvezza a dir tutto ai suoi di famiglia, a renderli consapevoli d'ogni fatto, che dico!... di ogni pensiero... stava in forse questa volta, prima perché temeva di eccitare l'ira di Alessandro e non erano momenti, inoltre perché le pareva quello un segreto non suo!
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