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      ... come hai coraggio di rimandarmi da quell'iniquo, da quegli assassini, che mi fan morire, lui e sua sorella?... ma non sai che in un momento di violenza ci son secoli di tortura?
      – Bene, còricati qua allora, – disse Alessandro.
      Ma sua moglie:
      – Qui?... – esclamò severa, senza domandar spiegazioni di cose, per sè stesse troppo chiare.
      – Qui no, – rispose per lui e per la nuora il dottor Agostino.
      – Oh! Dio! papà... non ti son piú figlia dunque?
      – Torna da tuo marito, e allora ti conoscerò per figlia. – E il vecchio inflessibile la respinse con un moto tranquillo, ma insultante piú di una percossa.
      – Dio! tutti mi abbandonano!... tutti mi odiano! – E si gettò sopra una seggiola dove rimase lungo tratto.
      Erano in forse sul da fare in quella disgustosa vicenda, quando la videro rizzarsi, tender l'orecchio come un'amante che sente un rumore da altri non inteso: poi furibonda s'alzò, e via giú dalle scale. Tutti le corsero dietro, ma giunta alla porta non ci fu piú bisogno di nessuno, perché in quel momento capitava il conte con una donna di casa, sulla prudenza della quale poteva contare; e mentre pareva che dovesse la povera pazza fuggire da loro, avendoli uditi da lontano, si lasciò prendere, e insieme a braccetto, come una bimba, rimenare a casa: dove con grandi guaiti e pianti, torva, in aria di demente, ritornò, un po' per volta, al punto d'atonía dal quale, dopo il giorno del suo fiero delirio, non s'era mai dipartita, fuori che in qualche lucido, breve intervallo.
      La Clelia tenne dietro alla Teresa, e rimase qualche tempo con lei presso al cognato.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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