La sorte volle che ti stroppiassi, e divenisse inutile il tuo star via; pur troppo tutto è ito male: la povera Venezia.. dovrà cadere... e cosa importa?... io ho fede che cosí non abbiano ad andare le faccende.
– Dunque?...
– Dunque mettiamoci il core in pace, e fin che non torni l'aurora, cerchiamo di vivere alla meno peggio. Se no io sento... che muojo, – disse risolutamente Fiorenza.
A questa conclusione Alessandro promise tutto quello che ella volle: promise di far il possibile affinché d'or innanzi le fossero risparmiate quelle angustie, che potevano mettere in pericolo la sua esistenza preziosa.
Allora, vedendolo cosí docile e buono, Fiorenza si risolvette di raccontargli l'avventura di Guido, che già troppo le pesava il tacere con lui.
CAPITOLO XVICONFIDENZE
Nell'atto che Fiorenza terminava il suo racconto, ella prese una mano di Alessandro, e lo pregò che mandasse a domandare come si trovava Guido.
– Gli è per questo che sei cosí? – esclamò Alessandro, morso da una vipera al cuore: da una trafittura feroce di gelosia, davanti a cui tutto in quel momento gli parve niente, perfino la gran causa alla quale aveva, per cosí dire, consacrato se stesso: ah! nel rapido volo del suo pensiero, egli sentí ch'essa gli toglieva ora ben piú che agiatezza e libertà; sentí che lo insidiava nell'intimo del core: là dove spiccia vivo sangue, là dove c'è il respiro e la vita.
– Non è per quello, – rispose Fiorenza con dolcezza: – è stato un cumulo di circostanze.
– Sí, è per quello, Fiorenza. Io perdo il tuo amore.
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