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      .. sí, in queste aridissime lotte io perdo la tua stima...
      – No!... a quel passo mi spingevo per amor tuo...
      – Ma perché non mi parlasti jeri sera?
      – Perché con caratteri violenti, e cosí docili alle antipatie non si ha coraggio di niente. A forza di tremare si finisce per tenersi colpevoli... non si sa più come condursi, mi credi?...
      – Ti credo e ti rispetto come una santa... – disse egli, inginocchiandosi alla sponda del letto: – ma quell'uomo mi dà ombra.
      – Sta tranquillo, – rispose Fiorenza con un sorriso misterioso: – che ancor ch'io potessi non esser quella che ho da essere, sta quieto: pensare a Guido gli è pensare ad un morto.
      – In amor vince chi fugge, Fiorenza; son dardi scagliati al modo partico...
      – E una morta, – riprese la moglie d'Alessandro, – mi parve quella bella signora, a cui parlai in casa sua; ma me n'è rimasta la memoria come di un fantasma... il vecchio poi...
      – Giusto il vecchio, – la interruppe Alessandro, – è il solo vivo fra quei morti, da quel che capisco.
      – Ma veramente chi è?... – disse Fiorenza mettendosi a sedere sul letto per meglio intendere la risposta di Alessandro.
      – Mi pare d'avertelo raccontato. Il vecchio è non so di dove, ma crederei levantino. Ella è romana e di gran casato.
      – Oh! di certo: ha un accento cosí soave, una così bella pronunzia. L'aria è poi tanto maestosa, che deve essere una principessa... quel vecchio mi fe' impressione, parve una bestia selvatica.
      A cui Alessandro:
      – M'hanno detto che moglie e figlio adottivo il vecchio li odia, e li adora ad un tempo.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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