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      – È strano.
      – È strano veramente, ma non impossibile. Guido l'ama come figlio; lei è sua moglie: son giovani tutti e due, gli rappresentano la vita, gliela fanno bella; ecco un motivo di amarli, e anco di odiarli, di non potersene staccare, e di respingerli; pajon legati insieme per incantesimo...
      – Ei li odia ingiustamente, io credo.
      – Chi sa!... l'imprudenza è averli uniti, o aver dato luogo nel cuor suo ad un sospetto, che in certo modo si giustifica da sè...
      – Oh! senti... e quel gran dolore che si vede nella faccia, in tutta la persona della signora?
      – Pare, – continuò Alessandro, – che il vecchio imbestialito in que' suoi sospetti, si sia vendicato sopra una bella creaturina, partoritagli dalla moglie. Fra odio e amore, a forza di maltratti, o a dir meglio a forza di altalene fra il bene e il male, la fe' morire.
      – Oh! signore!... e non poteva fuggire la povera madre? – esclamò Fiorenza. – Non poteva salvare la sua creatura da quel mostro?
      – Le cose nascono lentamente senza che uno, di mano in mano che progrediscono, se ne renda conto.
      – È vero! – disse Fiorenza. – Ah! adesso capisco perché ella pare una donna dell'altro mondo...
      – Non la si seppe mai consolare della perdita di sua figlia e piú ancora del barbaro modo: e tanto che ne è rimasta, pare, colpita nel sentimento.
      – Ma tu, come sai?... – domandò Fiorenza, – cose che nessuno sa?
      – Mi sono informato, – rispos'egli brevemente, come chi non vuol sentire a toccare altro quel tasto.
      – Ah? ma allora tu saprai anche chi furono costoro che maltrattarono, e quasi accopparono il povero Guido.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
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