– Che c'è?...
E la Marietta, giungendo le mani, alzando gli occhi al cielo in atto di beatitudine, ma di una beatitudine paurosa, ed attonita, esclamò:
– Zitto, gli è qua.
E la Clelia:
– Sì, gli è qua, – disse come un'eco giojosa.
– Oh! Dio... s'è saputo!... dunque in paese se ne parla; chi te l'ha detto, figlia mia?...
– In nome del cielo, cos'è?... – domandò Fiorenza, perplessa.
– Eccolo! – gridarono ad un tempo la Marietta e la Clelia.
E in quella, da una delle barchesse o portici laterali al palazzo, sbucò fuori un bel giovinotto biondo, svelto, tutto foco, e si slanciò al collo della Clelia e di sua madre, che stavano ancora abbracciate, unendole in un solo amplesso con l'entusiasmo a lui proprio.
Era Salvatore. Venuto di soppiatto fuor di Venezia per riveder sua madre e la Clelia, stava nascosto in una casa di contadini lí presso; ci stava da poco; avea avuto maniera di passare in fuga sotto le finestre della Clelia, e avvertirla dove fosse.
Vi risparmio i discorsi, i racconti, le congratulazioni... i mi rallegro alla madre per quel bel figliolo.
[La sarà contenta, Marietta.
– Io?... sí... ma... può credere... – e guardava sospettosa.
– No!... non la è punto contenta! lei bisogna che la sia sempre a tremare... o per una cosa o per... l'altra; adesso, in luogo di esser beata a vedermi qua sano e salvo, un pezzo d'omo di questa sorte! – e si atteggiava marzialmente...
Alessandro lo apostrofò con un saluto militare, e battendogli sopra una spalla, gli disse: – io non credeva di trovarti qua, oggi, canaglia!
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