Il coscritto era andato sotto l'abborrita bandiera con quelle intenzioni, che sapete, ma non disertore.
Si mosse primo il padre d'Alessandro: si mosse Fiorenza, benché sopraffatta di terrore e d'angoscia, cosí la Clelia; tanti discorsi!... un andirivieni, presentazioni, visite, lagrime, svenimenti: si mosse il cognato, conte Lorenzo; venne dal Friuli lo zio d'Alessandro, veterano delle armate napoleonica e austriaca. Non parliamo di don Leonardo. Erano amati, perché anch'essi già si volevano bene, e commoveva quell'affanno, quella sviscerata passione. Ci credono, gli stranieri, noncuranti, perché non ci piacciono le cerimonie e i troppi metodi: ma se il caso si dà, la passione giunge al delirio; amore, oppure odio, ma è sempre potente.
In generale poi la gente nutriva una certa stima anche pel dottor Agostino: uomo che, badando ai suoi interessi, non aveva mai destati né entusiasmi, né ire. Uomo giusto, di quelli di cui si dice: quel buon signore, quel galantuomo, perdonandogli anche se non va d'accordo in tutto, che raccoglie dunque su lui quella simpatia tranquilla, sempre compagna, molto efficace in un dato momento; e che è il privilegio degli uomini sodi e dei pagatori esatti. Bisogna dire insomma che intorno ad una famiglia onorata si fa un'atmosfera pura, nobile, che ne tiene lontano il fulmine: cosí speravano i nostri infelici in quell'angoscioso tumultuare dei loro cuori.
Quanto a Daniele, era scomparso.
CAPITOLO XXIIILA SENTENZA
Le cose procedevano alla maniera con cui vi narro, in mezzo a tanto patire, avanzavano inesorabili.
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Alessandro Fiorenza Clelia Lorenzo Friuli Alessandro Leonardo Agostino Daniele Bisogna
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