Intanto la Marietta, madre di Salvatore, tornò in casa: escluderla dopo il dolore da lei mostrato in quella circostanza, pareva ancora piú impossibile che ingiusto: e indovinate le conseguenze di tal pace, e l'allegria della Clelia, la quale cosí vide rimosso per sempre il pericolo di cader preda d'uno dei Rensini.
Un'altra brutta storia s'accomodò, o almeno tornò al suo stato morbido e cronico, da quello febbrile ed acuto in cui era da molti mesi. Voglio dir che la Teresa, scossa dal tremendo episodio, mortificata già anco da prima, si trovò in tal condizione d'isolamento nei tre giorni seguenti l'arresto d'Alessandro, che risolvé di mutar vita e di rinsavire.
Singolare aspetto prendono le cose di questo mondo! In casa Rizio si sarebbe detto che se la pigliassero con la Teresa per un avvenimento, che la colpiva come gli altri, cosí addentro nel cuore, o di piú dacché in Alessandro vedesse ella il suo solo protettore. Fatto sta che da quell'ora fatale nessuno l'avea piú guardata, o con occhi torvi e di rimprovero. Se offriva il suo aiuto, la respingevano, pensate il suo conforto. Piangeva, si disperava, la lasciavano friggere nel suo burro, e tutto al piú le si diceva con mal garbo – che non facesse altro dannare, lei non potersi mostrare a nessuno, senza accrescere lo scandalo e la confusione. – Fiorenza non le faceva né buone, né cattive grazie. Il dottor Agostino, muto nel dolore, per lei era di pietra. Ma la Clelia, gli intimi di famiglia e piú la servitú, quelli si sbizzarrivano contro di lei.
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