.. lo si cerca all'ora di cena... non c'è... col suo fardelletto s'incamminava pel Piemonte! non ha ancora rasciutto il latte sulle labbra... e voleva saltare il fosso!... cosa sperare dalla gioventù presente? non c'è più timor di Dio, piú rispetto... Questo solo mi dà consolazione – e piagnucolando e sbirciando, il conciapelli additava il dottorino, decantato modello, che intanto saettava cogli occhi la Costanza, figlia unica e ricca.
Voltato a sinistra annaspa a un'altra maniera:
– La non è finita per anco, già cosí non può durare... se n'anderanno quando a Dio piacerà... quei birbi che ci han mandate le bombe, uf!... ce n'ho io delle vendette da fare... eh! bisogna che mi soffochi, perché come si fa con una famiglia di questa sorte?... al minimo sospetto e' mi cacciano sulla strada, e bisogna guardarsi, perché le spie ci sono da per tutto... sí, che ci sono... eh! non son contento quando non vedo tirato a coda di cavallo so io chi!
Tutto ciò a voce bassa, guardandosi attorno, girando que' suoi occhi tondi, che guardare a modo di quelli delle lepri, per di qua, per di là: minacciando coll'indice, che agita e dimena come se si fosse scottato.
Il signor Matteo stava facendo una di quelle sue parlate, non so di qual parte, quando intese la contessa dei Vendrame (cosí segnava, dopo la pace, il suo nome) dire palgas dei re.
Il conte la lasciava dire: e che si sfogasse pure, poverina, contro i re. Oramai egli la vedeva saltare come il ragazzo guarda la civetta saltare dalla gruccia, slanciarsi per finire a capo all'ingiú, appesa per la gamba, e spiegate quelle ali, di cui non può servirsi.
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