– Il vecchio fossile rispose:
– Per ora.
– Per sempre! – Allora la Betta, brandendo la, scopa.
– Te piji un accidente! come diceva sor Maso... l'ordinanza dell'ufficiale Romano... gua' lo vedete queste scarpaccie?... appena mi stanno in piedi, ma fin che non van via costoro non le cambio; eh! sapete è in viaggio quest'altro, famoso... via! Garibaldi... appena termina a Roma ci vien qua.
– Sí... aspettalo... oh! io ve l'ho pur detto... tornano, e restano: e quella contessa... – La Betta fe' un moto – capisco... v'intendete ch'e' non han finito di taroccare; ma intanto è tornata: e il signor conte le ha regalato un magnifico abito... ha smessa un po' l'avarizia, che prima gli aveva il granchio alle mani. E la Botta:
– La contessa... oh! sentite le baronate sono un conto... la giustizia è la giustizia... perché costei la ha giurato a quel Dio... – esclamò la donna, alzando la mano al ciclo, – ma questi hanno da andare, e già lo sanno, perché un militare l'ha sentito da un generale; son essi a dirlo: oh! ci dispiace ma dobbiamo lasciarvi... proprio ce ne duole.
– Anche a me tanto, poverini – mormorò il figlio di Biasio, toccandosi ancora le ossa peste, o qui risero tutti e bevettero un bicchierino, trovandosi se non altro in questo perfettamente d'accordo.]E qui finiamo.
Dirà il lettore: e Alessandro? e Fiorenza? e Guido?
Attori principali, spossati, lasciamoli stare; cominciavano non già a riaversi, ma ad accorgersi delle angosce sofferte. La tempesta sulle foglie degli alberi si scorge quando, tocche dal sole, cadono infracidite.
| |
Betta Maso Romano Roma La Betta Botta Dio Biasio Alessandro Fiorenza Guido Garibaldi
|