È un'allegria grandissima vedere incassar morti, come sacchi di grano in un'annata florida! Eppure a Castello si trova ancora del moto: e vi si passeggia, e in lusso come niente fosse. Là finora le palle non vanno. Ma in Cannaregio e a Rialto! che orrore! passano tre gatti e un cane ogni ora: e bisogna veder in che modo!... sospettosi, rasenti il muro, guardando in aria se a caso mai volasse qualcheduno di quegli uccellini, da cui le tegole sono conciate per le feste! Rocco vuol scrivere un... non so cosa, ma un libro insomma e intitolarlo L'assedio di Venezia. Cosí sarà anche storico. Dice che ha raccolto bellissimi particolari da farne un racconto, ovvero sia relatione: nella quale si vedrà in angusto teatro luttuose tragedie d'horrori, e scene di malvagità grandiosa, con intermezzo d'imprese virtuose, e bontà angeliche, opposte alle operationi diaboliche! io ci aggiungo scene di Goldoni, misteri di Parigi, assedio di Gerusalemme, i giardini d'Armida, e i campi di Napoleone. Ma come fare fin che le persone che rappresentano la loro parte in cosí memorabile e noto poema non «sijno sparite dalla scena del mondo, con rendersi tributari delle Parche?». Sicché, voglio farti ridere, mia Clelia, e descriverti il povero Rocco, inspirato davanti al suo manoscritto, colle mani noi cappelli... «e sull'eterna pagina cadde la stanca man!». Vedrai che termina cosí, e non riesce nemmeno a buttar giù sul gran tema un canto dantesco, come qui fu già scritto e assai bene.
È vero che si potrebbe dir tutto, ma gli onesti san contenersi anco nella libertà, non si curando se altri faccia diversamente.
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