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      Interrogato, con certi modi persuasivi, biascicò essere invece la Costanza, che sposa un ufficiale del trono... è egli vero? in ogni modo ecco spiegato l'enigma... pure non mi bastava, perché costui, non poteva averla inventata di pianta. Ho udito a dire che quando si passa per le foreste e s'ode fischiare, si guarda subito attorno per capire dov'è il serpente. Cosí feci io, e dai connotati indovinai chi era il serpe. Daniele in persona. Al solito, sempre lui. È travestito, ha cambiato nome... ma è lui, livido d'invidia e di cento altre passioni scellerate: non può di piú, ora calunnia. Già, da che altro sono buoni costoro?... a distruggere e basta. Io lo cerco: possibile che non arrivi a porci il piede su quella vipera?
      Un altro cenno mi potrebbe metter sulla strada. Dicono fosse tra quelli che invasero la casa del Patriarca: imprese degne d'un vigliacco par suo. Bisognerà ch'io stia all'erta, quando mi trovo in piazza, se accadesse qualche tumulto. Già pochi ne nascono: sono in mezzo a tante prediche o controprediche, e anco se nascono, terminano subito. Basta, che si presenti Manin: qual magnetismo, che potenza ha quell'uomo! son uomini antichi lui e Tommaseo, e vedrai ch'e' si ritirano poveri senza un quattrino, dopo diecisette mesi di governo... e a ciò non ci si pensa nemmeno, Cosí par naturale!
      Un altro camerata è qua: Albertis, venuto da Roma: dove si batté come sempre: figurati ch'è rimasto un colosso: una vera figura di Tintoretto: tanto che ne' quartieri piú miseri non ci si può far vedere, credono che si tratti bene e gl'imprecano contro.


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La rivoluzione in casa
di Luigia Codèmo
pagine 354

   





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