– Viva Italia e così muoiano i traditori rinnegati!
Ora veniamo a quell'altro.
Da poco tempo era caduta Venezia, quando fu annunziata a Fiorenza la visita di Guido, il quale, invano cercato da Alessandro, non si era mai lasciato vedere nemmeno nei giorni della liberazione, in parte opera sua.
Mentre Fiorenza era tutta sconvolta, tutta sottosopra al racconto di Rocco che narrava la morte di Daniele, mentre protestava d'aver perdonato, e si abbandonava con esso a mille osservazioni pietose, o a mille ricerche inutili, perché nessuno sapeva niente, Guido entrò nella stanza.
– È molto tempo dacché non vi abbiamo veduto – disse Fiorenza andandogli incontro. – Alessandro si proponeva di venir lui ancora una terza volta da voi. –
– Per non trovarmi nemmeno la terza, – rispose Guido con dolcezza. – Ed ella:
– Partite forse? – Guido accennò di sí.
– Per sempre? – Guido espresse di ignorarlo.
– Ma dove andate?... si può saperlo?... o è un segreto anche questo? – disse Fiorenza con una leggera e soave ironia. Poi die' una voce ad Alessandro, che stava nello scrittojo.
– Gli è un povero segreto ad ogni modo. Parto pel Piemonte – disse Guido.
– Adesso?
– Adesso. – Fiorenza stava per rispondere quando entrarono Salvatore, Alessandro, la Clelia e la Marietta.
Salvatore, appena uscito dal sepolcro vivo di Venezia, ritornato alla madre, alla promessa sposa, agli studî, senza perdere un minuto! L'avea scapolata quel malandrino, bisogna dire che le preghiere di sua madre, che teneva perpetuamente accesa una lampada alla Madonna, trovandosi in ciò compagna alla marchesa Bel-Colle, gl'impetrassero grazia: insomma costui era nato vestito.
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