La Marietta se lo vide a tornare secco allampanato e nero, ma sano. Le insidie di Rensini non temevano piú; il figlio dottore si sposava a Costanza, figlia del conciapelli, che non si sentí di impedirle un qualunque matrimonio, vista la decisa vocazione della putta. Pei Rensini la Costanza tenea luogo della Giggia, ita in Piemonte e già madre. Quanto al dottor Agostino, senza incoraggiare speranze (per lui tuttavia se non impossibili, ardue) contentavasi di brontolare contro certi usi nordici, che invadevano il nostro paese: – tanti italianismi e poi pipano sempre, ed hanno abitudini da slapari (ossia protestanti) bevono birra, fan tutto alla tedesca – diceva egli: ma da ciò ai sospiri di prima ci correva. La Teresa continuava bene, paga che l'infido fosso morto. Cercando, per quanto poteva distrazioni e svaghi, ai quali per evitare i battibecchi domestici, il conte l'accompagnava: copie ammuffite, cariatidi dei teatri e dei circoli, ove si trascinano per soffocar l'uggia e il disonore nel vano cicalío d'un mondo, che li giudica, e sprezza.
Alessandro strinse la mano a Guido, poi tutti sederono.
– È una brutta visita! – disse Fiorenza.
– Vai via? – domandò Alessandro – e visto che affermava: – te beato!... – soggiunse, poi volgendo cupo il suo nell'occhio eloquente, pieno di odio, restò con un sorriso, che somigliava ad un ghigno.
Per essere fedeli storici bisogna dire che quell'apatia, quella desolata noncuranza fu il sentimento che prevalse generalmente, al tornare degli Austriaci.
| |
Marietta Rensini Costanza Rensini Costanza Giggia Piemonte Agostino Teresa Guido Fiorenza Alessandro Austriaci
|