– Oh che?... le non possono pregar sole queste anime desolate?
– Verissimo!... ma è piú dolce, più conveniente alla umanità, quantunque afflitta e incurabile, il pregare in compagnia: ossia è un mezzo d'esser soli, e di trovarsi non per tanto, con chi è in uno stato consentaneo, e cerca le stesse condizioni di solitudine e di fraternità. Guai mandarci nessuno per forza, guai la violenza!... ma guai anche il proibire un diritto d'associazione, il quale vien tollerato e concesso perfino a gente, che la società medesima rifiuta e scaccia dal suo seno.
– Sí, ma senza possedere in comune...
– Quando tu ci lasci un mezzo qualunque di vivere... un bricciolo di pane, tanto por reggersi... sia pure in privato, come in società... senti... del resto – esclamò Guido – senti, Alessandro, sparirebbero, come tu intendi queste associazioni di pigri o di dementi, o di infelici!... altre se ne formerebbero. La natura moltiplica i suoi germi all'infinito, appunto perché molti vanno perduti. E sempre ci saran anime chiamate, piuttosto che a turbinare negli attriti della vita, chiamate alla contemplazione e all'adorazione mistica di ciò, che sentono e credono il loro Principio.
Alessandro voleva replicare, ma Fiorenza per evitare il diverbio, cambiò discorso.
– E perché andate ora in. Piemonte? – chiese ella.
– Per combattere – disse tranquillamente Guido... – tutti fecero di gran maraviglie.
– Se tu fossi uno della nostra stampa, capirei benissimo – rispose Alessandro tra lo scherzoso e l'ironico. – Noi povera gente, ci contentiamo di tutte le illusioni, per quanto strane ed assurde.
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