» Qual è il fine dell'umanità?...
– Tu mi serri il core, disse Alessandro: se abbiamo da aspettare fin allora... prima tu ci profetasti vent'anni!.. A cui Rocco mezzo ridente, mezzo mortificato:
– Poveretti voi altri, aggiunse guardando Salvatore e la Clelia, – Se doveste sposarvi in illo tempore.
– Non ci mancherebbe altro! – esclamò il giovane.
– Dunque – riprese Guido, senza punto sconcertarsi a tali osservazioni – il miglioramento, il progresso, il relativo perfezionarsi, è la meta a cui tende il mondo, il quale, grande com'è, sublime o spaventoso, pur sarebbe senza senso. Uno potrà dire questo modo di compimento sarà tale o tal altro: potrà cambiare il sistema, non mai negarlo. La cosa certa è che dove l'umanità non è selvaggia, dov'è umanità insomma, essa cammina sulla via dell'incivilimento, e si costituisce in nazioni per diventare una, sotto il nome di democrazia, al qual nome tu permetterai d'aggiungere un epiteto che la rende immortale, definisce le sue basi, come il suo culmine, epiteto che contiene tutte le sue conquiste, consacra l'associazione della famiglia; l'emancipazione della donna, l'uguaglianza degli uomini: epiteto che rafferma insomma la sua inalterabile stabilità su quei tre cardini, che sono scritti in cifre d'oro e di sangue, nella capitale del mondo incivilito: fraternità, carità ed eguaglianza.
– Quest'epiteto è «democrazia cristiana» da quanto capisco – disse Alessandro – non so se certi liberali moderni te l'ammetteranno. A cui Guido, gravemente:
– Tanto peggio per essi, perché allora la democrazia di coloro, che non la voglion cristiana, significherà sfascio della società civile; sfascio da cui l'educazione sociale non basterebbe a salvarla: confusione, ammasso anonimo senza legge, senza fede, non piú la donna, la femmina; non piú il valor morale, gli artigli grifagni del ladro: non piú famiglia, nè anima, nè Cielo!
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