... – e qui gli occhi di Guido sprigionarono un vivo baleno. – Chi direbbe, le armate del despotismo, quelle stesse che pajono tenute in piedi, per contrastare a quest'unione dei popoli, a perpetuarli nemici l'uno dell'altro, saran giusto quello che si moveranno, daranno il loro sangue per questo alto scopo?... e combattendo e uccidendosi insieme, con altre armate, diverranno in vece fratelli: e un campo seminato di stragi, un villaggio sconosciuto, col suo povero nome, segnerà il passo avanti nella misteriosa via de' secoli? L'infallibilità della causa è certezza di tutti: è cosí che si spiega questo affannarsi d'ognuno, come una passione, che non trova il suo scopo, ma lo sente sicuro. Voi altri – e qui sorrise – non potete immaginarvi che saranno le armate dei consorti di Radetzki e d'Haynau destinate, loro malgrado, a costituire le nazionalità europee. Sarà, lo diceste, un capo di pretoriani per non iscontentare le sue soldatesche, sarà uno di Landwehr per accrescere i suoi domini, come fu Napoleone despota a preparare la libertà, Carlo Magno barbaro la civiltà. Quegli eserciti stanziali, che vi fanno tanto ribrezzo, saran essi, e già han cominciato a costituire dovunque le nazionalità, ad aggrupparle in tanti stati omogenei perché, io vi cito sentenze storiche, «quella ch'era famiglia, poi accozzamento di tribú, poi dominio di signori, poi affratellamento di comuni, divenga unità nazionale, indi civiltà dell'Europa e del mondo» ossia – concluse Guido con voce piú profonda e in uno piú alta, quale di chi annunzia una grande novella: – ossia un solo ovile, e un solo pastore.
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