I governanti, imprevidenti e prepotenti pel passato, non si limitarono a spargere la voce che l'oro francese alimentasse i malumori della Sicilia, ma con abile e repentina preveggenza cominciarono ad accreditare nel continente il sospetto che nell'isola si preparasse un movimento separatista.
In tal guisa, pensarono che il sentimento pubblico avrebbe agevolata e approvata qualunque repressione.
Quando il moto fu meglio conosciuto, i socialisti di Europa se ne rallegrarono e fecero atto di solidarietà mandando il loro obolo; e la Volks Tribune di Vienna ha potuto così riassumerlo afferrandone esattamente il carattere: «per le condizioni specifiche del luogo e per le qualità personali degli agitatori, il movimento proletario di Sicilia, ha qualche cosa in sè di vibrato, di solenne, di primitivo, di spontaneo, che in tutta l'Italia se ne risente l'effetto. La stampa borghese d'Italia ne ha risentito come per effetto l'azione, e per la prima volta essa ha parlato sul serio del movimento socialistico. - La gran massa di proletari organizzati e disciplinati nei Fasci è di salariati di campagna, di salariati delle miniere di zolfo, di lavoratori dell'industria vinicola, di artigiani, di piccoli borghesi e di studenti. La disciplina di tale organizzazione ha dato già prova di sè in modo notevole e palese... Questa organizzazione siciliana è il primo grande movimento di massa proletaria, che si veda in Italia, ed è il primo atto del socialismo Italiano.»(1)
II.
FORZE DEL SOCIALISMO
Sarebbe grave errore disconoscere la importanza del movimento socialista siciliano, che s'imperniava nella organizzazione dei Fasci dei lavoratori; giova, però, ridurlo alle sue giuste proporzioni.
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