Dove i soci erano numerosi, vennero divisi secondo le arti e i mestieri e ciascun gruppo aveva la sua speciale bandiera; vi erano anche delle squadre coi rispettivi capi per quartieri(4).
Ogni Fascio aveva il suo rosso gonfalone con qualche altro particolare emblema; e quel benedetto rosso che scioccamente dà ai nervi delle autorità politiche, ha dato luogo a pericolose colluttazioni, ad arresti e processi. Ogni socio, nelle feste, portava una coccarda rossa, ed i capi una fascia pure rossa: bisognava vedere con quanta fierezza la indossavano i contadini e gli operai nelle solenni occasioni.
Non pochi Fasci avevano la fanfara, composta quasi sempre di reduci dall'esercito, che vi avevano portato il sentimento della disciplina, unito ad entusiasmo e attività notevoli. La fanfara, talvolta discreta, serviva a richiamare l'attenzione delle donne, destava l'invidia di molti e pur troppo somministrò occasione a numerose contravvenzioni alla legge reazionaria di pubblica sicurezza, le quali costrinsero i poveri soci o a pagare o a scontare le non piccole multe col carcere. Ajutarono moltissimo la propaganda le passeggiate da un paese all'altro, abilmente organizzate, che sviluppavano elevati sentimenti di solidarietà e davano ai lavoratori coscienza della propria forza.
Nelle sedi dei Fasci sulle pareti vi erano grandi striscie di carta con motti significativi di Marx, di Lassalle, di Bovio, di Hugo, di L. Blanc ecc. Non di rado vi si trovavano i ritratti di Marx, di Mazzini, di Garibaldi, del Re e della Regina.
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