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      Non mi arrischio di rifarla o di ripeterla perchè a me manca quella vivacità dello stile ch'è necessaria per farne un bozzetto, che per quanto impressionante rimane sempre verista. Mi limito, perciò, ad occuparmi di quella parte delle loro condizioni, che si presta ad essere trattata con l'aridità che mi è abituale.
      Comincio dalla durata del lavoro. Raramente la giornata di lavoro dei carusi sorpassa le otto ore. come raramente rimane al disotto, mentre quasi mai il picconiere lavora per otto ore, e la sua settimana di lavoro è di quaranta ore(19).
      Quindi sotto questo punto di vista la legge delle otto ore nelle miniere della Sicilia non avrebbe sensibile applicazione e non darebbe gli sperati utili risultati.
      I carusi, come i picconieri, lavorano a cottimo e ricevono una parte maggiore o minore dell'importo della cassa di zolfo, secondo la maggiore o minore distanza dal cantiere della lavorazione al piano d'impostamento presso il calcherone, e secondo pure la lunghezza e ripidità della scala. Da queste due condizioni, infatti, dipende il numero dei viaggi, che può fare il caruso e la quantità di minerale, che può essere trasportata fuori in una giornata.
      Il salario varia in questo momento dai 40 centesimi alla lira al giorno secondo l'età; ma si avverta, che oggi non che al salario dello sweating system sono ridotti al doloroso sciopero forzato.
      L'usura pesa sui carusi, come pesa sui picconieri, e non è esatto che questi ultimi riversino sui primi la parte che a loro spetta; almeno questo è un caso del tutto eccezionale e che si verifica quando il picconiere è agiato, ha un piccolo capitaluccio e fa lui stesso le anticipazioni in generi al caruso.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





Sicilia