In una regione dedita con grandissima prevalenza, se non esclusivamente all'agricoltura e alla pastorizia si può immaginare agevolmente quali tristi conseguenze arrechi una tale crisi.
Però tra i lavoratori addetti all'agricoltura non è uguale dappertutto il malessere, perchè normalmente diverse sono le loro condizioni.
Infatti sono svariatissime le condizioni dei lavoratori della terra in Sicilia: variano da provincia a provincia; da circondario a circondario, da comune a comune. Errano, quindi, coloro che generalizzano con leggerezza dai casi singoli; ed errerebbe chiunque credesse che quel campione di pane inviatomi da Campofelice (provincia di Palermo), e di cui si occupò la Tribuna, sia mangiato dappertutto. Miserie, e grandi, non mancano tra i contadini, ma in generale essi mangiano del buon pane di frumento, che potrebbe essere invidiato dai lavoratori della Calabria e di alcune contrade del Veneto e della Lombardia.
La varietà delle condizioni non sfuggì al Sonnino, che la descrisse nel suo libro, ancora eccellente, sui Contadini della Sicilia e venne constatata pure dall'on. Damiani nel volume della Inchiesta agraria consacrato all'isola.
C'è una zona litorale, che da Marsala per Palermo, Termini, Milazzo, Messina scende a Catania e da Catania gira attorno all'Etna, e poi forma alcune oasi nell'interno dell'isola e delle provincie di Caltanissetta, di Girgenti e di Siracusa, in cui prevale l'agricoltura intensiva, la piccola proprietà, la mezzadria; nel resto domina la grande proprietà, la coltura estensiva a cereali e la pastorizia.
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