E di questa mezzadria, infine, scrive l'Alongi: «Che cosa sia questo contratto si sa oramai fino alla nausea; il nome di mezzadria, se non è una crudele ironia, è certo una insigne menzogna, un nome legale per far passare di contrabbando le più flagranti violazioni delle leggi morali e giuridiche (loc. cit. p. 9)».
La mezzadria talvolta si riduce a terzeria, forma di contratto agrario, nella quale il proprietario prende due terzi del prodotto ed il contadino uno. Ma in questo caso il proprietario dà la terra preparata a maggese coi suoi bovi, e sulla quale non ha esatto nulla per un anno.
La mezzadria in tutte le sue forme, prevale dove c'è la piccola ed anche la media proprietà; ed allora può anche alternarsi o coesistere col contratto a terratico, il quale varia pure da contrada a contrada e che nei paesi da me conosciuti non corrisponde a quello descritto dall'egregio Prof. Salvioli nel citato articolo della Rivista popolare. Il terratico, da me conosciuto e che so prevalere in molti luoghi, è un puro e semplice fitto pagato in prodotti, anzichè in danaro contante. Secondo la qualità delle terre il coltivatore dà al proprietario o al gabellotto da tre a sei ettolitri di frumento all'anno per ogni ettaro(29) di terra. Il terratico è forma di contratto preferito da molti contadini perchè assicura loro una certa indipendenza, pagata però molto cara negli anni di cattivo raccolto.
Meritano una particolare menzione i lavoratori della terra che stabiliscono coi proprietari l'inquilinaggio per le vigne, forma particolare di colonia parziaria, che dura dai 15 ai 29 anni.
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Alongi Prof Rivista Salvioli
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