Il contadino in questo caso pianta la vite e la coltiva e ne divide il prodotto, in varia misura, col proprietario della terra. Trascorso il termine del contratto la vigna rimane intera proprietà del secondo. I contadini, che prendevano la terra ad inquilinaggio ebbero un periodo di prosperità, ch'è stata distrutta dalla filossera nella provincia di Siracusa e minaccia di distruggerla in quella di Catania. Nella zona Etnea della seconda, molti contadini si può dire che vedono distrutte le loro speranze prima di avere avuto un qualsiasi prodotto dal lavoro e dal capitaluccio impiegato. Per loro è una vera rovina.
I lavoratori della terra che vivono sotto il regime della mezzadria e del terratico, e nelle contrade a piccola e media proprietà, si possono considerare come fortunati rispetto a quelli che lavorano a giornata, e nelle regioni disgraziate del latifondo di cui dirò in appresso.
Orbene, quella frazione - che rappresenterebbe in Sicilia una specie di aristocrazia delle classi rurali, - secondo i calcoli stabiliti da un agronomo competentissimo, il Prof. Caruso (Industria dei cereali in Sicilia), nel 1870, tempo in cui non c'era traccia nell'isola di alcuna agitazione socialista e vi si godeva di una relativa prosperità - non poteva passarsela allegra se si tiene conto del lavoro proprio e degli interessi dovuti al piccolo capitale impiegato nella mezzadria, nel terratico ecc. Il bilancio del mezzadro, del terratichiere ecc. - calcolando che il grano sia stato venduto a L. 51 per salma(30), con una produzione di 11 volte la semente - si chiudeva con un deficit.
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