VIII.
IL LATIFONDO
La condizione economica dei lavoratori della terra in Sicilia, come dappertutto, è intimamente connessa colla divisione della proprietà rurale e col genere di coltura. Nota la prima, s'intuisce - e del resto vi si accennò - che debba prevalere la grande proprietà e la coltura estensiva; e questa coltura persistente è, poi, la conseguenza della grande proprietà, del latifondo, esistente un po' per ogni dove in Italia, assolutamente prevalente e caratteristico nell'isola. Merita menzione speciale, ma breve perchè l'argomento è già stato trattato da tutti gli scrittori, che si sono occupati delle cose siciliane dal punto di vista economico e sociale.
L'on. Sonnino sulle orme di altri osservatori locali e sulla base di dati statistici - incompleti ed inesatti - sin dal 1876 riconobbe che la proprietà è pochissimo divisa, specialmente nella parte interna e meridionale dell'Isola dove «manca una vera classe di proprietarî piccoli o medi e si salta invece d'un tratto, dal grande proprietario che possiede migliaia di ettari, al piccolo censuario di poche are di terra. La censuazione dell'asse ecclesiastico ha modificato pochissimo queste condizioni della proprietà giacchè la immensa maggioranza di quelle terre è passata tale e quale nelle mani dei grossi proprietari.» (I contadini ecc., pagine 174 e 175).
Il Prof. Basile molti anni or sono constatò che dal(34) 1852 al 1871 il numero dei proprietarî era disceso da 608,601 a 549,957; c'era dunque diminuzione, nonostante il censimento dei beni dell'asse ecclesiastico, da cui si sperava un aumento notevole; e lo stesso Basile riconfermò il fatto doloroso nel 1894.
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