Il peggioramento nelle condizioni economiche dei proprietarî naturalmente si ripercosse nei salarî dei lavoratori, ai quali con ogni studio si cercò di far sentire maggiormente la gravità della crisi; sicchè tali salarî, anche nominali, sono ritornati quali erano nel 1860, come osservò il Salvioli.
Il disagio, adunque, fu generale, intenso e rapido. Esso, se nel paragone con altri tempi può dirsi che non fu assoluto, certamente fu immenso relativamente ai bisogni cresciuti, alle nuove abitudini contratte, e agli obblighi imposti dalle leggi dello Stato ai comuni e agli individui - prescrizioni igieniche, istruzione obbligatoria, ecc. ecc.
Su questo riguardo mi pare che non sia stato abbastanza avvertito il perturbamento apportato nelle abitudini e nelle famiglie dei contadini dal ritorno dei congedati. Si è detto che la leva è stato un cemento unificatore quantunque(41) io creda pochissimo alla efficacia di tale mezzo ed alla utilità del preteso risultato; pur concedendo che quest'ultimo si sia ottenuto, si è dimenticato che si è fatto sorgere nelle classi lavoratrici il desiderio ardente di soddisfare certi bisogni per lo passato sconosciuti e di adottare uno standard of life superiore e inadeguato allo sviluppo economico ed intellettuale. Ciò ha agito ed agisce come un vero lievito che fa fermentare delle masse, inerti precedentemente, che non si scuoterebbero sotto la influenza di altri moventi e di elevate idealità. Intanto rimane assodato, per chiunque abbia studiato da vicino i Fasci, che i reduci dall'esercito, mentre in Sicilia hanno scosso la rigida disciplina patriarcale delle famiglie, hanno portato invece la disciplina in molte delle associazioni dei lavoratori sorte da recente.
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