Quali furono e quali sono intellettualmente e moralmente i rappresentanti dell'aristocrazia e della borghesia, che costituiscono in complesso le classi dirigenti della Sicilia? È presto detto e bisogna dirlo colle parole di chi non può essere sospettato di livore o di odio partigiano contro di esse: perciò ricorro all'autorità dell'on. Marchese Di Sangiuliano - che delle classi dirigenti siciliane può dirsi attualmente uno dei più autorevoli rampolli. - Egli si riferisce a quelle di oggidì(42), che sono certamente migliori, sotto l'aspetto intellettuale, almeno, di quelle di una volta(43).
Secondo l'on. deputato di Catania, adunque, le classi dirigenti «non si sa se vogliano la guerra risolutiva o la politica di raccoglimento colle economie e col disarmo, se aspirino ad ordini politici reputati a torto più liberi, o ad un più vigoroso intervento d'un alto potere, se invochino una politica doganale più protezionista o più liberista, se desiderino un'azione più inframmettente ed attiva dello Stato o una maggiore autonomia locale e scioltezza d'iniziativa individuale; si sa solo che dello stato odierno delle cose i più non sono contenti, che molti credono o dicono che i beneficî dell'unità italiana, dell'indipendenza e della libertà costino troppo gravi ed insopportabili sagrifizî, che nel cuore di molti il sentimento nazionale, è sensibilmente raffreddato, che la fiamma della patriottica abnegazione è affievolita e il culto dei più nobili ideali politici e civili cede il posto alla cura esclusiva del proprio interesse materiale.
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