.. E, sopratutto di fronte all'agitazione dei Fasci, privi di fiducia nella libertà, nella politica conciliativa, nei provvedimenti sociali ed economici, non veggono altra ancora di salute che nel rigore della repressione, nel potere arbitrario del governo o de' suoi funzionari, nella limitazione, non solo temporanea, ma duratura, delle garanzie che tutelano la libertà personale dei cittadini, e quella non meno preziosa e benefica, della stampa periodica.... Queste classi infine diconsi dirigenti sovente come.... lucus a non lucendo!»
Queste parole in bocca di un altro potrebbero sembrare calunniose; ma non in quella di colui, che scriveva le Condizioni presenti della Sicilia. Al qual libro, dopo alcuni mesi della sua pubblicazione, non si deve fare che una modificazione, poichè dopo la riunione dei grandi proprietarî nella Sala Ragona di Palermo si sa bene che cosa vogliono le classi dirigenti: la difesa della grande proprietà e la reazione.
La severità dell'on. Di San Giuliano, che vive nella politica ed è un avversario, in pratica, dei socialisti, non viene uguagliata che da quella di un altro conservatore, che vive appartato dalle lotte della politica e dedito all'insegnamento e agli studî agronomici: alludo al Prof. Basile di Messina. Egli nel libro: I catasti d'Italia (Messina 1880) mostrò il più grande disprezzo per «i signori che sono ricchi perchè esigono affitti dal territorio di mezza provincia; che stimano una villania pensare a coltivare le terre: che non intendono impazzare a far conteggi con zotici castaldi; che neppure conoscono la forma e la estensione dei loro latifondi affidati ai capricci dei procuratori; che sciupano tutte le loro entrate negli alberghi di Parigi, di Londra, della Svizzera, ai giuochi di azzardo di Wiesbaden.
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