È innegabilmente maggiore l'equità tributaria nell'Alta Italia, che in Sicilia e in molte altre contrade del mezzogiorno, e specialmente nella Campania.
Questa iniquità nella distribuzione e nella qualità dei tributi ebbe a deplorarsi vivamente sotto l'Ancien régime in Francia, dove produsse gli stessi effetti che in Sicilia. In un vecchio opuscolo intitolato: Abrégé de l'histoire des taxes en France pubblicato nel 1694 sotto il regno di Luigi XIV si parla e dei favori accordati agli amici nella applicazione della taglia, e delle ingiustizie che si commettevano a danno dell'ingegno e del lavoro ed a benefizio della proprietà e del capitale. Nella Decima regale del grande Vauban vengono illustrati gli stessi favori e le stesse ingiustizie che tanto contribuirono più tardi a fare sollevare un popolo, che era stato ritenuto taillable et corveable à la merci dei signori!
I disgraziati difensori del governo e i disonesti giudici dei moti siciliani del 1893 e 1894 hanno osservato: «o perchè le minoranze e i lavoratori non si agitavano, non esercitavano i loro diritti, non reagivano nelle vie legali contro le prepotenze e le iniquità delle amministrazioni locali?»
Non lo potevano: la frode, la corruzione, la violenza nella compilazione delle liste, nelle votazioni, in tutto, assicuravano il trionfo di chi sapeva asservirsi al governo o al deputato, i quali ogni loro opera spendevano a proteggere i vincitori, che spesso erano la minoranza reale. Il voto e la legalità da trent'anni si chiariscono impotenti a ottenere qualcosa, a correggere.
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