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      Siffatta polizia e siffatte autorità governative impotenti a reprimere il malandrinaggio e la mafia, della propria inettitudine e malvagità si rifacevano inventando di sana pianta processi politici, che sembrerebbero calunnie e diffamazioni ventilate dai sobillatori - non ancora inventati - se non fossero stati denunziati dal magistrato che li sgonfiò e liquidò, in pubblica seduta della Camera dei Deputati!
      Ahimè! Il 1894 non vide più un magistrato che ricordasse i Lelli, i Borgnini, i Tajani....
      Con siffatti uomini e con siffatti metodi e criterî di governo si arrivò in Sicilia al 1875 nelle condizioni descritte da questo brano sintetico e chiaro: Noi abbiamo colà: le leggi ordinarie derise, le istituzioni un'ironia, la corruzione dappertutto, il favore la regola, la giustizia l'eccezione, il delitto intronizzato nel luogo della pubblica tutela, i rei fatti giudici, i giudici fatti rei ed una corte di mali interessati fatti arbitri della libertà, dell'onore, della vita dei cittadini. Dio immortale!
      «Che cosa è mai questo se non il caos? Che cosa è mai questo se non il peggiore dei mali: la anarchia di governo, innanzi alla quale cento briganti di più, e cento crimini di più sono un nonnulla e si scolorano?» (Tajani. Discorso alla Camera dei deputati del 12 giugno 1875).
      Queste condizioni furono il prodotto di quindici anni di malgoverno della destra; e la destra, quantunque ancora non fossero inventati i sobillatori e i Fasci, vedendosi impotente a rimediare collo Statuto che aveva violato, e colle leggi ordinarie che non aveva mai applicate e rispettate, domandò provvedimenti e leggi eccezionali.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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