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      Sotto un certo aspetto, anzi, ci fu un peggioramento, poichč i deputati dell'isola che in maggioranza erano di sinistra, colla cosidetta rivoluzione parlamentare del 18 Marzo 1876 ebbero le grazie e i favori del potere a benefizio delle clientele e delle consorterie locali che dichiaravano di aderire al proprio partito. Il governo cosė servė a ribadire nei Comuni, nelle Provincie, nelle opere pie la oppressione antica a beneficio dei grandi elettori e delle classi dirigenti; a danno dei vinti e delle classi lavoratrici.
      Di che riporta molti esempî lo Zini, uno dei pochi prefetti che insieme al Rasponi, al Gerra e a pochi altri, vennero in Sicilia con rette intenzioni e fa onore al Nicotera l'avervelo mandato, quanto gli fa torto l'averlo costretto a dimettersi per non avere voluto seguire una condotta biecamente partigiana.
      I deputati, d'allora in poi pių che pel passato, tutto sacrificarono al criterio elettorale, e i ministri al criterio parlamentare; gli uni per avere la maggioranza nel collegio chiesero ciō che spesso era disonesto o dannoso, e gli altri per conservarsela nella Camera concessero. Cosė furono approvati mutui disastrosi, concessioni e favori scandalosi, strade private costruite col denaro pubblico, approvati i bilanci irragionevoli e rinviati e mutilati quelli che contenevansi entro gli stretti limiti del necessario, sciolti i Consigli dei Comuni meglio amministrati anche quando le ispezioni, ordinate partigianamente e seviziosamente eseguite, tali li dimostravano; e mantenuti in piedi quelli violatori di tutte le leggi, odiati dai comunisti.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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