Concesse le licenze per porto d'armi - specialmente nei momenti di elezioni: informino le campagne di Palermo - ai facinorosi, cui potevano servire solo a malfare e negate ai cittadini onesti che ne avevano bisogno a difesa personale, ma che avevano la disgrazia di militare in un partito opposto.
Così infine prefetti, delegati e pur troppo anche i magistrati furono messi a disposizione dei deputati ministeriali e questi nei rispettivi collegi divennero tanti proconsoli in cinquantesimo!
Questi mali preesistevano al ministero del Giolitti: questi li acuì in modo superlativo raggiungendo, però, un risultato insperato e insperabile per altri titoli: una fedeltà a tutta prova dei rappresentanti dell'isola, che coprivano e legittimavamo ogni loro voto di fiducia in nome della sacrosanta ricostituzione dei partiti e della risurrezione della sinistra, fatta da uomini che erano stati i promotori e i campioni del trasformismo!
L'insieme di questi fatti, proprî della destra e della sinistra sotto la dinastia Sabauda - e le considerazioni che suggeriscono - non mi permettono di consentire col Baer, che all'opera deleteria del regime borbonico contrappose quella «di una dinastia leale e conscia dei proprî doveri, sotto la quale la Sicilia ha veduto raffermate ed estese le franchigie politiche, che tanto le erano a cuore; il che ha dato al governo una forza ed una autorità morale che invano potevano sperare i Borboni. E con questa autorità lo Stato ha potuto senza contrasti crearsi nuove risorse finanziarie, stabilendo le tasse di registro, il monopolio dei tabacchi, cosa che non avrebbe mai osato il governo precedente.
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